Quando hai iniziato?
Ho iniziato nel 79, avevo 15 anni, lavoravo giā. Venne a lavorare nella mia stessa ditta Roberto Brusaferri, che praticava karate. Mi invita a vedere una lezione e decido di iscrivermi. La palestra non era distante da casa mia, a Monza, via Amiata: cosa importante perchč a 15 anni uscire di sera diventava problematico.
Prima lezione: stranissima, c'era una disciplina che si tagliava con il coltello. C'era silenzio dal momento in cui indossavi il kimono fino a che uscivi dalla palestra, non dal dojo ma dalla palestra proprio. Facevi, facevi facevi, le spiegazioni cerano, ma non come adesso. Quando eri veramente stanco il Maestro ti correggeva.
Nel frattempo ho conosciuto Pietro Recaldini, che per andare a casa passava davanti a casa mia, io ragazzino, lui un po pių grande, e mi accompagnava.
Ho iniziato a fare un percorso di agonismo, perō sono rimasto demoralizzato e ho deciso di abbandonare a cintura marrone.
Ho fatto il servizio militare, mi sono trasferito. Dopo alcuni anni mi sarebbe piaciuto ricominciare, perō non sapevo dove fosse la palestra, dato che si era spostato il corso. Mia moglie, allepoca mia fidanzata (era l'89), mi porta davanti ad un negozio dove aveva visto affisso un cartello di una manifestazione di karate. Era giā Shotokan Ryu, cerano immagini e foto: Ma questo č il mio Maestro!. Il martedė successivo sono andato in palestra a Verderio, ho ritrovato il M° Severino e ho ricominciato da capo.
Il mio primo istruttore č stato Recaldini, con cui avevo iniziato anni prima. Quella sera č ancora fotografata nella mia mente: nel centro sportivo di Paderno d'Adda, Recaldini era seduto al bar della palestra con altre persone. Passo, mi cade locchio, mi giro e mi riconosce. Cosa fai qua! chiedo io a lui. Ma cosa fai tu qua!.
Poi mi sono sposato e diventato papā. Non dormivo la notte, facevo di quegli orari
lavoravo, andavo in palestra, facevo il papā. Ci sono stati momenti duri, perō non ho pių smesso, sono circa 30 anni che pratico.
Cosa č cambiato nel karate da quando hai iniziato?
Il modo di fare odierno lascia molte lacune tecniche: tanti non sanno cosa stanno facendo, non sanno ad esempio a cosa serve il pugno tenuto cosė. Ero cintura blu e stavo tenendo un pugno molle, arriva Massimo e mi dice chiudi - e lo stringe... ahhhhh svenivo. Adesso si dā un consiglio, un indicazione, ma non č detto che tutti capiscano prima invece non potevi non capirlo, la spiegazione era fisica. Allepoca il karate era rigido, il marziale cera.
Ora č piu facile capire come fare. Questo č un bene, perchč magari prima avevi una posizione errata e te ne accorgevi quando ormai il ginocchio era danneggiato, mentre ora ci sono istruttori e maestri che correggono da subito. Ma ci deve essere voglia di capire da parte di chi inizia e l'impegno di mettere in pratica. Sta a al singolo cercare lequilibrio. Il contentuto č lo stesso di una volta.
Un'altra caratteristica che descrive la differenza č il silenzio.
All'epoca, nessuno diceva niente. Non era oppressione, altrimenti te ne saresti stato a casa. Era dovuto al rispetto, tantissimo rispetto. Questo č sfumato un pochino.
Racconto un altro esempio per capire il cambiamento: quando si accavallavano le ore di gradi avanzati e meno avanzati si faceva come riscaldamento per quelli che entravano e come defaticamento per quelli che uscivano kumitč: 10 minuti di kumitč, o prima o dopo. Eri sempre... bello caldo.
Una caratteristica del nostro Maestro.
In 20 anni non ha mai fatto una lezione uguale. Mai. Anche in periodo di esami, di gare, in cui bisogna ripetere le stesse tecniche per prepararsi!
Abbiamo un bagaglio tecnico talmente vasto che non puoi non avere qualcosa su cui studiare! Basta pensare ai kata che ci sono arrivati: sono tanti. La storia ci dice che i maestri passavano la loro vita a studiare solo ed esclusivamente un singolo kata. Se avessimo la possibilitā di studiare tutti i kata, estrapolare effettivamente tutto quello che quei Maestri hanno inserito, quanto tempo ci vorrebbe!
Il nostro Maestro ha un bagaglio tecnico esagerato - in senso positivo - e ce lo trasmette.